Nell’ambito di CONNEXT 2021 l’iniziativa organizzata da CONFINDUSTRIA e FEDERTRASPORTO
Sostenibilità e trasporti: nuove prospettive post pandemia
2 dicembre 2021 – Ore 12.00
Milano, MI.CO-Sala AMBER 7
Cambiamenti climatici e green deal europeo e nazionale sono temi di forte attualità che rafforzano la responsabilità di tutti per la salvaguardia dell’ambiente. L’iniziativa è diretta a mettere in risalto gli sforzi posti in essere dagli operatori dei trasporti in materia ambientale nonché gli obiettivi conseguiti e conseguibili nel processo di transizione ecologica in atto.
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COMUNICATO STAMPA
Federtrasporto a Connext 2021, sfida imprese per transizione
A Milano il punto su energia, ambiente e tecnologia. E servono aiuti
MILANO, 3 dicembre 2021 – “Sostenibilità e Trasporti: nuove prospettive post pandemia” è il titolo del seminario organizzato da Confindustria e Federtrasporto nell’ambito di CONNEXT – il grande evento di networking di Confindustria per supportare in modo concreto le imprese a gestire e guidare il cambiamento. Il seminario ha visto la partecipazione di rappresentanti del settore dei trasporti e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per fare il punto sugli sforzi posti in essere dagli operatori in materia ambientale nonché gli obiettivi conseguiti e conseguibili nel processo di transizione ecologica in atto.
“La straordinaria evoluzione dell’uomo è sempre stata alimentata dall’energia, e il suo successo, con una sempre crescente inurbazione, l’allungamento della vita e l’aumento della popolazione, ci obbliga a cercare nuove e migliori risorse energetiche e a costruire per il futuro un più equilibrato assetto delle fonti” – afferma il Presidente del Gruppo tecnico Logistica e Trasporti di Confindustria, Guido Ottolenghi. “Per fare ciò dobbiamo lasciare spazio a tutte le soluzioni e idee esistenti o che verranno che un libero mercato e un libero dibattito scientifico possono creare. Dobbiamo perciò evitare la tentazione dell’eccesso di pianificazione”.
“Accanto al tema energetico è poi di grande importanza quello digitale, perché la tecnologia consente una ottimale concentrazione dei traffici di merci e persone realizzando miglioramenti sociali e ambientali a parità di fonte energetica. Dobbiamo anche ricercare tutti quei chiarimenti normativi e semplificazioni che possono aiutare un più intenso utilizzo di hub dedicati alle merci. Infine – sottolinea Ottolenghi – vogliamo confrontarci con la rivoluzione dell’e-commerce che trasforma i traffici riducendo la mobilità delle persone verso le merci e viceversa aumenta quella delle merci verso le persone: una opportunità da non perdere per rendere sempre più sostenibili questi processi.”
“Questi anni sono stati per le aziende di trasporto uno stress test” afferma la Vice Presidente di AGENS Amalia Colaceci “dal mio punto di osservazione in Agens ho potuto constatare che le nostre aziende associate hanno risposto con prontezza, dimostrando capacità di tenuta. Abbiamo garantito i servizi e più complessivamente abbiamo supportato il funzionamento di città e territori.”
“Oggi vogliamo essere protagonisti del cambiamento verso la transizione ecologica” prosegue la Vice Presidente di AGENS “e chiediamo, affinché i finanziamenti possano effettivamente atterrare nelle aziende, la progressività degli interventi e lo snellimento delle procedure.”
“Ogni km aggiuntivo di tpl in campo urbano riduce di 9,41 veicoli-km il trasporto privato, con un abbattimento delle emissioni di gas serra di oltre un chilo per chilometro percorso” ha affermato Giuseppe Vinella, Presidente di ANAV, precisando che “è quindi necessario rendere maggiormente attrattivo il sistema del trasporto pubblico e della mobilità collettiva nel suo complesso migliorando l’offerta e colmando il gap infrastrutturale esistente” ricordando inoltre “la necessità di un sostegno finanziario per il rinnovo del parco mezzi, in una prima fase anche per l’acquisto di nuovi autobus ad alimentazione tradizionale/ibrida di ultima generazione, nonché l’opportunità di sostenere con le risorse del PNRR e con quelle del PSNMS anche gli investimenti in nuovi autobus extraurbani a trazione elettrica, alla luce delle crescenti autonomie. Ma l’incremento dell’attrattività del sistema complessivo di mobilità collettiva e la capacità di spostare quote modali dalla mobilità privata con automobile postula anche il rafforzamento della rete intermodale, con l’ammodernamento e la realizzazione di nuove autostazioni e con il sostegno al rinnovo del parco autobus impiegato nei servizi commerciali di linea e di noleggio con conducente”.
Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA, ha sottolineato che “non si può prescindere da un forte sostegno pubblico al ricambio del parco veicolare se si vuole raggiungere l’obiettivo di un trasporto merci a zero emissioni in un futuro prossimo”, aggiungendo inoltre “è necessario rendere i tempi della transizione compatibili con le capacità di adattamento delle aziende, nella consapevolezza che la crescente domanda di trasporto merci richiede l’utilizzo integrato di tutte le modalità dei trasporti, compresa quella stradale”. Il Presidente di ANITA ha infine evidenziato come sia “necessaria una visione strategica che faccia avanzare coerentemente tutti gli aspetti fondamentali per la transizione: nuovi vettori energetici, veicoli a trazione alternativa e infrastrutture”.
Carlo Borgomeo, Presidente di Assaeroporti, ha dichiarato “Per gli aeroporti il green new deal europeo non è solo una politica ambientale, ma una strategia di sviluppo. Da tempo gli scali nazionali si sono posti l’obiettivo di conciliare le politiche di crescita infrastrutturale con le esigenze di tutela ambientale e sociale del territorio. Per affrontare questa sfida, i gestori aeroportuali italiani, in prima fila a livello europeo, stanno investendo già da anni ingenti risorse per la transizione energetica e la decarbonizzazione. L’impegno che il nostro comparto sta dimostrando deve tuttavia essere supportato dalle istituzioni nazionali e comunitarie. Senza adeguate fonti di finanziamento pubblico, il grave impatto della crisi pandemica sul settore inevitabilmente rallenterà l’attuazione degli investimenti finalizzati alla sostenibilità”.
Marcello Mariani, Segretario Generale di Unione Interporti Riuniti, ha richiamato il valore strategico della rete interportuale italiana come “rete infrastrutturale capace di favorire il processo di decarbonizzazione, diminuendo l’impatto ambientale, promuovendo la sostenibilità delle attività di trasporto e di logistica attraverso lo sviluppo della intermodalità”. Il dott. Mariani ha inoltre sottolineato che “la rete degli interporti italiani non è soltanto una sommatoria di nodi ma soprattutto un network funzionale e strategico per perseguire politiche di sviluppo e modernizzazione del Paese”.
“Non si possono semplificare problemi complessi” ha infine dichiarato il Presidente di Federtrasporto Arrigo Giana nella sua conclusione dei lavori ponendo in risalto le molteplici complessità che caratterizzano ciascuna modalità dei trasporti. “Servirebbe inoltre non complicare le cose semplici” ha aggiunto il Presidente Giana ”eliminando le numerose complicazioni procedurali che ostacolano il lavoro delle imprese, sempre più impegnate, come ben rappresentato dagli interventi svolti nel corso del seminario, sulla frontiera tecnologica più avanzata per assicurare un processo di transizione ecologica davvero efficace”.
L’Europa? A gennaio c’era poco oggi abbastanza
di Alberto Brandani dalla rivista “Espansione” – Maggio 2020
Proviamo a fare ordine nel rapporto tra l’Italia e l’Europa, anche considerando l’ultimo mese con un minimo di serenità d’animo, che forse la drammatica situazione economica del Paese non sempre consente.
Uno. La Bce è intervenuta in misura massiccia, acquistando cifre ingenti dei nostri titoli di Stato (il 22% del totale) per tenere sotto controllo il famigerato spread. Si è andati oltre il teorema “tutto ciò che serva” lanciato da Draghi. Ha stanziato 750 miliardi, ma la Lagarde ha chiaramente fatto intendere che si arriverà fino a 1.000. Peraltro, ha stabilito una cosa mai accaduta prima, accettare cioè come garanzia, fino all’autunno 2021, a fronte della liquidità fornita alle banche, anche i cosiddetti titoli “spazzatura”. Contraendo il rischio delle banche, seppur temporaneamente, questo impedirà loro di ridurre i prestiti a famiglie e imprese a tassi bassissimi.
Due. Il Patto di stabilità è stato sospeso con benefici indubbi anche per il nostro Paese.
Tre. E’ stato varato il progetto Sure, un fondo da 100 miliardi per la disoccupazione in Europa.
Quattro. Si potrà accedere con il Mes a prelevare 36 miliardi (72mila miliardi delle vecchie lire), senza condizionalità alcuna, per le spese sanitarie e comunque derivanti dalla pandemia. D’altronde sarebbe irragionevole non investire questi danari nel miglioramento del sistema sanitario e anche nel ristoro dei danni che milioni di famiglie italiane hanno subito.
Veniamo infine alla riunione dei 27 Capi di Stato, che sono arrivati a immaginare dal 2021 un Fondo europeo (Recovery Fund) da 1000 miliardi. L’Italia ha chiesto che ne venga anticipato l’utilizzo e nel frattempo i Capi di Stato hanno deciso l’uso del Mes a condizioni leggere, la nascita dello strumento per finanziare la cassa integrazione e un enorme utilizzo della Banca europea degli investimenti.
Sullo sfondo il bazooka della Bce. I 27 hanno dato mandato alla commissione presieduta da Ursula von der Layen di presentare a breve una proposta per il Fondo europeo e la cancelliera Merkel ha detto sì all’uso di enormi risorse dall’Europa per tutti i Paesi, chiedendo convergenza nei diversi sistemi fiscali ed efficienza degli investimenti, quindi niente paradisi fiscali, sperperi o inefficienze.
Ci sembra che si sia fatto, sul piano della comprensione storica del fenomeno, un enorme passo avanti e che il risultato, seppur da perfezionare, sia potenzialmente positivo per la solidità della costruzione europea. Peraltro, chi abbia letto per intero il recente discorso della cancelliera Merkel al Bundestag avrà colto un concetto fondamentale e cioè che nessuna nazione europea è un’isola e che anche la grande Germania è grande in Europa e non può fare a meno dei Paesi del Mediterraneo. Ai molti che consideravano la Merkel in una sorta di strascicato crepuscolo, sembrerà invece che al passaggio decisivo la cancelliera abbia riconfermato la capacità di tenere insieme il tessuto unitario europeo e pure le dinamiche della Germania. Il “coronavirus” ha forse accelerato la capacità di comprensione di tutti. L’Italia per parte sua deve far vedere con forza che ha voglia di produrre ricchezza per poter tornare a distribuirla e che non si affida solo ai sussidi europei. Il dibattito se una parte del Fondo europeo possa essere a fondo perduto non deve trarre in inganno: il nostro Paese non può farcela da solo, ma nulla vieta che, ottenuto tutto il possibile dall’Europa, si pensi anche all’emissione di titoli di Stato trentennali a un tasso di interesse fisso esentasse, da proporre prima ai risparmiatori italiani, poi alle istituzioni finanziarie nazionali e solo in piccola parte della Bce. La vecchia proposta del Ministro del Tesoro Tremonti, ripresa poi da Giovanni Bazoli, può essere sempre un’utile carta di riserva.
Concludendo, dal 1° giugno saranno pronti 540 miliardi. Per l’Italia si tratterebbe di una prima colossale dote: 20 arriverebbero dal fondo Sure, 34 dalla Bei e 36 dal fondo “salvastati”. Considerando che dal Recovery Fund potremmo forse attingere 200 miliardi nel 2021, ci sembra di poter dire che, se a gennaio l’Europa c’era poco, oggi, 5 maggio, potrebbe esserci.
Metro, treni, autobus – Prove di Fase 2: il rebus del distanziamento

Intervista al Prof. Brandani su Class CNBC
29 aprile 2020
Di Luca Mattei, da FS News
Treni e autobus semivuoti in tempi di lockdown, chiamati ad assicurare il distanziamento sociale nelle settimane e mesi a venire con un progressivo aumento di viaggiatori. La situazione del trasporto pubblico alla prova del Covid-19 è stata oggetto di un’attenta riflessione di Alberto Brandani, presidente di Federtrasporto in un’intervista a Class CNBC.
«Nel settore del trasporto pubblico locale abbiamo avuto finora una contrazione del 95% del numero di passeggeri e del 90% dei ricavi da traffico, mentre la riduzione della produzione mediamente è andata dal 25 al 40%. A fronte di un crollo verticale dei ricavi, i costi sono rimasti sostanzialmente alti, considerando i fornitori, il personale, i mezzi, le nuove procedure di sanificazione, l’adozione dei dispositivi di sicurezza. È evidente che così viene a mancare la sostenibilità economica del servizio».
E il problema si pone anche nel futuro quando l’offerta di servizi dovrà aumentare, teoricamente anche più di quella ordinaria, per tentare di assicurare un sufficiente distanziamento sociale a bordo dei convogli. «Il TPL, in tutte le società del mondo, aveva due requisiti: avere costi relativamente bassi e far arrivare nel più breve tempo possibile in un determinato posto il maggior numero di utenti. Con il distanziamento previsto questi requisiti sono messi in grave difficoltà». È necessario quindi studiare degli specifici interventi con cui sostenere il settore del trasporto. «Le misure che il Governo ha assunto – prosegue Brandani – come la cassa integrazione e il credito garantito fino al 90%, sono importanti ma non sufficienti per evitare il collasso del sistema». Una possibile soluzione economica potrebbe giungere dall’Europa. «Ritengo si debba fare una battaglia – dichiara Brandani – affinché nei cospicui fondi di intervento della BEI ci siano delle quote dedicate proprio al ristoro dei mancati budget delle aziende di trasporto».
Secondo Brandani, almeno in questa prima fase di progressivo ritorno al lavoro, c’è un compartimento del trasporto che potrebbe avere meno difficoltà: «Il trasporto regionale ferroviario si potrà difendere meglio perché finora sono stati in circolazione 2.000 treni regionali al giorno e Ferrovie dello Stato pensa di farne scendere in campo dal 4 maggio da 3.500 a 4.000, e dovrebbe essere quindi più facile assicurare il distanziamento richiesto. Penso invece alle metropolitane, lì ci sarà una difficoltà estrema. E, in prospettiva, se i treni regionali – conclude Brandani – continueranno penso a essere molto utilizzati, temo che nelle grandi città il collasso temporale nelle ore di punta implicherà la preferenza per una serie di strumenti alternativi, come auto private e bici».
Il professore-manager dà le pagelle alle infrastrutture italiane.
La rivista Espansione intervista il Prof. Brandani.
Espansione. L’Economia nero su bianco
Rivista mensile, Anno 51 n. 1 Febbraio 2020
Intervista di Giorgio Napoli (scarica il PDF).
17 marzo 2020
Turismo nelle isole: il Presidente di Federtrasporto Brandani ne parla a UnoMattina
Le isole nell’immaginario collettivo, il funzionamento dei traghetti ed il ruolo dell’Elba nel turismo toscano.
25 marzo 2019
"L'Italia del fare", relazione introduttiva del Prof. Alberto Brandani
La relazione introduttiva del Prof. Alberto Brandani al Convegno “L’Italia del fare: infrastrutture e crescita; banche e competitività; il ruolo delle fondazioni bancarie“.
Il video è stato realizzato da Radio Radicale. L’intero Convegno è disponibile qui.
25 gennaio 2019