24 settembre 2024
La questione della carenza di personale, in particolare di autisti, nel trasporto sia delle persone che delle merci, richiede un approccio integrato che includa incentivi economici, miglioramenti nelle condizioni di lavoro e investimenti in formazione e tecnologie.
Solo attraverso la combinazione di diversi interventi è possibile risolvere in modo strutturale questo problema che minaccia la continuità di tutti i nostri settori dei trasporti e della logistica. La cronica mancanza di autisti è un problema emergente a cui assistiamo oggi in Italia, così come è già accaduto in precedenza in altri paesi avanzati europei, a causa sia del calo demografico e sia di una diversa aspettativa di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Il fenomeno è apparso diversi anni fa, per esempio, in Olanda e in Germania, ha riguardato macchinisti e autisti, nel trasporto di merci e di persone.
In base a quelle esperienze e a ciò che si sta facendo ora in Italia, si possono individuare alcune possibili soluzioni:
- Miglioramenti contrattuali, welfare aziendale per assistenza sanitaria e previdenza, sostegno per abitazione e familiari, flessibilità e sostenibilità dei turni, miglioramento degli ambienti di lavoro, per rendere la professione più appetibile;
- Campagne di reclutamento mirate innanzitutto a giovani e donne e, in particolare nel TPL, per studenti universitari o “giovani” pensionati. È necessario lo sforzo organizzativo da parte delle imprese per offrire turni più interessanti o part-time, ma consentirebbe al contempo di offrire occasioni di lavoro alla platea dei 13 milioni di italiani inoccupati che non cercano lavoro ma che potrebbero essere interessati se le condizioni d’impiego fossero migliori. Con il livello di occupazione ai massimi degli ultimi 15 anni, la disoccupazione ai minimi e in mancanza di altre possibilità, la riserva di inoccupati è la migliore risorsa disponibile che possiamo considerare per ricercare una soluzione al problema;
- “Academy”, formazione accelerata e riduzione dei costi per ridurre barriere all’ingresso, distribuendo gli oneri su comparti associativi allargati per non penalizzare singole imprese;
- Innovazioni tecnologiche, con automazioni, assistenza alla guida, distanze sicurezza, mantenimento corsie, etc. per valorizzazione il ruolo e la professionalità degli operatori, ridurre lo stress da lavoro e migliorare la sicurezza.
Queste azioni dovrebbero essere inoltre accompagnate da un’adeguata attività di comunicazione per rivalutare una professione, quella di autista o di addetto ai trasporti e alla logistica, che spesso non è considerata “nobile” e attrattiva. Mostrare l’importanza “pubblica” di questo lavoro per mantenere servizi di utilità economica e sociale può migliorare la percezione del settore.
Un altro intervento di più ampio respiro risiede nella collaborazione con istituzioni formative per creare i corsi di studio che costituiscono canali di inserimento diretto dalla scuola alle imprese.