Intervista a Nicola Biscotti, Presidente Anav – 7 novembre 2024

Il mese scorso, a Monopoli, l’ANAV (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori) ha festeggiato il suo compleanno. Ottanta anni di rappresentanza del settore della mobilità e del trasporto pubblico con autobus. Abbiamo intervistato Nicola Biscotti, presidente dell’associazione.

ANAV è nata nel 1944, l’ultimo anno della Guerra Mondiale. Con le ferrovie bombardate, gli autobus erano l’unico modo per muoversi in un territorio disastrato. E’ una situazione ben diversa dall’organizzazione che attualmente presiede, fatta da 600 imprese su tutto il territorio nazionale all’interno di un sistema che ha un fatturato complessivo di circa 12 miliardi di euro, 100 mila addetti e 47 mila autobus…
ANAV è l’unica associazione datoriale che rappresenta, da sempre, tutti i profili di missione del trasporto con autobus: tpl, noleggio, linea a lunga percorrenza, scolastico e opentop. Nel corso di questi primi 80 anni di attività, ANAV ha attraversato significative trasformazioni, affermandosi come un punto di riferimento imprescindibile per il trasporto con autobus in Italia. La nostra associazione non solo rappresenta le aziende del settore presso le istituzioni e le parti sociali, ma si è sempre spesa anche nella promozione di impianti normativi diventati poi essenziali per lo sviluppo delle imprese e per offrire un servizio di qualità ai cittadini.
Abbiamo costantemente lavorato per il riconoscimento dell’importanza del nostro comparto, assistendo le aziende nell’affrontare le sfide economiche, tecnologiche e ambientali. Il nostro impegno è orientato a garantire un’evoluzione continua del settore, capace di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze della mobilità e di contribuire alla sostenibilità e alla qualità dei servizi offerti alla collettività.

E’ un sistema complesso, solo in parte sostenuto da una contribuzione pubblica, che sembra arrivare con il contagocce. E le vostre denunce, assieme alle altre associazioni di categoria non sono mancate. La Legge di Bilancio sembra chiudere molti spazi… 
L’elevata inflazione degli ultimi anni ha determinato una riduzione reale di circa 800 milioni di euro annui nel Fondo nazionale trasporti, aggravata ulteriormente dal calo dei ricavi legato agli effetti persistenti della pandemia. I 120 milioni di euro previsti per il solo 2025 dall’art. 97 del disegno di legge di bilancio, sono ampiamente insufficienti a coprire le necessità del trasporto pubblico locale. È dunque fondamentale che, durante l’iter parlamentare, la dotazione sia incrementata e stabilizzata. Questo permetterebbe di mitigare gli effetti sulle diverse Regioni dovuti alle nuove modalità di riparto del Fondo nazionale e di tener conto delle trattative in corso per il rinnovo del CCNL autoferrotranvieri, che prevede una richiesta economica da parte delle Organizzazioni sindacali di circa 900 milioni di euro annui.

 ANAV rappresenta tutto il trasporto con autobus e quindi anche quello commerciale. E anche qui non è tutto “rosa e fiori”: accesso ai centri storici, ZTL sempre più diffuse, spese che si aggiungono in modo tutt’altro che ininfluente sui costi di gestione. Che clima sentite tra gli associati? 
L’autobus turistico è un mezzo di trasporto collettivo che contribuisce significativamente alla vivibilità delle città, soprattutto in occasioni di grande affluenza, come il Giubileo. Tuttavia, le amministrazioni locali, anziché promuovere il trasporto collettivo, sembrano ostacolarlo, e Roma rappresenta l’esempio più evidente. La Capitale, infatti, è già sotto pressione a causa dell’aumento dei flussi turistici; l’utilizzo degli autobus consentirebbe di ridurre il numero di veicoli privati e l’inquinamento, garantendo un accesso ordinato e sostenibile. La risposta dell’amministrazione è stata però l’aumento delle tariffe per l’accesso dei bus all’area semi-centrale fino al 200%, introdotto senza consultare il settore, il che rischia di penalizzare sia le imprese del trasporto collettivo sia i pellegrini. Pertanto, chiediamo che tali decisioni siano riconsiderate, per evitare che i turisti siano costretti a trovare soluzioni di mobilità meno sostenibili, che andrebbero a scapito della qualità della vita in città.
Come ANAV, abbiamo proposto di applicare le tariffe maggiorate per i bus turistici solo in 40 giorni specifici durante il Giubileo, corrispondenti ai momenti di massima affluenza. Questa soluzione permetterebbe di gestire al meglio i flussi turistici senza gravare in modo eccessivo sugli operatori del settore e sui pellegrini, contribuendo al contempo alla sostenibilità economica delle imprese.
Siamo soddisfatti che il Comune di Roma abbia mostrato apertura verso questa proposta e confidiamo che la firma del protocollo d’intesa, prevista per il prossimo 6 novembre – coinvolgendo il Comune, i sindacati e i Ministeri – possa rappresentare un passo importante per assicurare un Giubileo organizzato e sostenibile anche dal punto di vista della mobilità.»

Durante l’evento di celebrazioni, tenutosi a Monopoli, è stato presentato uno studio realizzato dal Politecnico di Milano dal titolo “Analisi delle opportunità e delle criticità per la transizione energetica nel TPL in Italia”, a cura del Prof. Pierluigi Coppola, che ha messo in luce i vantaggi di una transizione graduale verso le alimentazioni alternative per il rinnovo del parco autobus in Italia. Sappiamo bene che gli autobus a lunga percorrenza sono quelli che forse più di tutti hanno un handicap in tema di transizione elettrica, ma il rinnovo della flotta vi avvicina ad una riduzione di emissioni…
La transizione energetica nel settore degli autobus deve essere affrontata con realismo. Per le linee a lunga percorrenza, al momento, il motore endotermico resta indispensabile. Nel trasporto pubblico locale, invece, la vera sfida è quella di abbassare l’età media del parco circolante che oggi è di 9,5 anni per i mezzi urbani e di 11,3 per quelli extraurbani. Gli autobus, come è noto, incidono solo per lo 0,7% sulle emissioni: una transizione rapida all’elettrico ridurrebbe questa quota a circa 0,6%, mentre una transizione graduale la porterebbe a 0,65%. Pur con un impatto minimo sulle emissioni, una transizione graduale permetterebbe di rinnovare la flotta in modo più efficace, riducendo l’età media dei veicoli e affrontando meglio le sfide delle alimentazioni alternative, come la mancanza di infrastrutture adeguate e l’incertezza sui costi energetici. In particolare, per il settore extraurbano, un approccio graduale consentirebbe di rinnovare circa la metà della flotta e di ridurne l’età media di quasi tre anni, superando gli scenari restrittivi del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile.

Intervista a cura di Antonio Riva (Ferpress)