Articolo – “Italia fabbrica d’Europa – Servizi logistici efficienti e capillari, sfida strategica per il futuro” di Paolo Colombo, Presidente di Federtrasporto

17 dicembre 2024

Quella italiana è la seconda manifattura d’Europa, posizionandosi subito dopo la Germania e prima della Francia.

Un dato che conferma la vitalità e la robustezza del sistema economico – produttivo italiano nonostante le molteplici sfide che hanno contraddistinto gli anni recenti. Un dato che deve tuttavia indurci a lavorare con sempre maggiore convinzione per crescere e migliorare da ogni punto di vista, a cominciare dagli ambiti più critici e da quelli che mostrano i maggiori margini di miglioramento.

In base ai più recenti dati pubblicati dal Centro Studi di Confindustria, lo scorso mese di ottobre la produzione industriale ha continuato a registrare un forte calo tendenziale, pari al -3,6%, con un profondo rosso per l’auto: -34,5%.

La crisi che attanaglia il settore automobilistico del resto, non solo in Italia, è un fattore critico che crea notevoli preoccupazioni anche in considerazione delle sue inevitabili ripercussioni sull’indotto e sulla componentistica, comparto su cui le aziende italiane hanno saputo costruire negli anni una posizione di leadership.

La crisi che sta attraversando il settore automotive, non solo in Italia, è il riflesso di un complesso intreccio di fattori economici, tecnologici e geopolitici. Il settore ha subito una serie di colpi durissimi negli ultimi anni. La pandemia ha interrotto le catene di approvvigionamento globali, mentre la crisi dei semiconduttori ha messo a nudo la vulnerabilità dell’industria rispetto alla dipendenza da fornitori esteri e da fattori esogeni incontrollabili. A ciò si sono aggiunte normative europee di stampo ideologico, che hanno reso e renderanno sempre più difficoltosa la produzione di veicoli tradizionali nell’Unione. L’inflazione ha in fine eroso il potere d’acquisto dei consumatori, riducendo la domanda di veicoli nuovi.

Il quadro è ben rappresentato dai dati forniti recentemente dall’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, aderente a Confindustria), che fotografano un livello della produzione domestica delle sole autovetture ad ottobre 2024 in calo del 67,8% rispetto ad ottobre 2023 e del 41,5% nel periodo gennaio-ottobre rispetto al 2023.

Una tendenza che va invertita rapidamente considerato il peso specifico che il settore ha sul sistema economico nazionale.

Al di là delle misure specifiche sul settore all’esame del governo, non vi è dubbio che tra i fattori di competitività del sistema manifatturiero nazionale in generale e del settore automotive in particolare, la logistica emerge come un elemento cruciale.

Il legame tra lo sviluppo industriale e la logistica è infatti stretto e imprescindibile. Una logistica efficiente non solo supporta la produzione e distribuzione, ma stimola anche l’innovazione e la crescita industriale complessiva. La capacità di garantire flussi regolari di materie prime e prodotti finiti è fondamentale per mantenere la competitività del settore auto e di altre filiere strategiche.

La logistica è il sistema nervoso dell’industria. Dai componenti importati per l’assemblaggio, ai prodotti finiti, ogni fase della catena produttiva e distributiva dipende dal grado di efficienza della rete logistica.

L’Italia, grazie alla sua posizione geografica strategica nel cuore del Mediterraneo, si configura come una piattaforma logistica ideale per l’Europa. La sua vicinanza ai principali mercati europei, unita alla capillarità della rete logistica nazionale, offre un vantaggio competitivo unico. L’investimento su questa piattaforma, che non dovrà esaurirsi con il PNRR e il PNC, dovrà rafforzare il ruolo dell’Italia come hub logistico per il continente, svolgendo la funzione di volano per attrarre investimenti e stimolare l’industria manifatturiera nazionale.

Una delle caratteristiche distintive del sistema logistico italiano è la sua capillarità. La presenza di una rete di piccole e medie imprese logistiche, distribuite su tutto il territorio, offre una flessibilità operativa che può rappresentare un importante vantaggio competitivo.

Questa capillarità consente una maggiore prossimità ai distretti produttivi e una risposta più rapida alle esigenze dei clienti ma pone anche delle sfide significative per il sistema logistico, che dovrà essere in grado di adattarsi sempre meglio a tale caratteristica sfruttando le potenzialità che le diverse modalità di trasporto (stradale, ferroviario, aereo e marittimo) sono grado di esprimere, in una logica sempre più intermodale.

Il settore della logistica, se opportunamente valorizzato può quindi costituire un pilastro fondamentale per il rilancio del settore. Investire in infrastrutture moderne e tecnologie avanzate può generare vantaggi significativi per sviluppare una filiera produttiva più autonoma, ridurre la dipendenza dall’estero e migliorare l’efficienza logistica anche sotto il profilo ambientale.

L’introduzione di sistemi di tracciamento avanzati, piattaforme digitali collaborative e analisi dei dati dovranno consentire una sempre più efficace ottimizzazione dei flussi, delle capacità di carico e la riduzione dei costi.

La formazione di figure professionali specializzate nella gestione logistica avanzata dovrà infine creare nuove opportunità occupazionali, riducendo l’impatto sociale della crisi.

Tuttavia, la crisi del settore automobilistico italiano non si risolverà con misure isolate. È necessaria una strategia integrata che combini incentivi alla produzione, investimenti in innovazione e una profonda evoluzione della logistica. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre un’occasione unica per modernizzare le infrastrutture e digitalizzare i processi, ma è essenziale che le risorse vengano allocate in modo efficace e tempestivo.

In questo contesto, la logistica deve essere considerata non come un semplice costo, ma come un fattore strategico per la competitività. La disponibilità di servizi logistici efficienti e innovativi può garantire all’Italia di essere la “Fabbrica d’Europa”, rilanciando non solo il settore auto, ma l’intero comparto industriale del Paese.