a cura di Aldo Bevilacqua, Direttore di Federtrasporto

Il 2024 si è da poco concluso e il nuovo anno si è avviato proseguendo all’insegna dei grandi driver tematici della transizione ecologica, della transizione digitale e dell’adeguamento infrastrutturale necessario affinché i processi di trasformazione in atto possano realizzarsi compitamente.

Processi accumunati da un rilevante fabbisogno finanziario e che inevitabilmente, anche in futuro, non potranno fare a meno di ingenti risorse pubbliche per accelerare il perseguimento degli obiettivi che abbiamo di fronte. Sulla capacità dell’Unione di finanziare direttamente, con proprie risorse, le transizioni in atto si giocherà la partita nei prossimi anni. Il rischio altrimenti, se non la certezza, è che si possano aprire fratture tra i singoli paesi europei in ragione dei diversi margini di bilancio e delle diverse capacità di indebitamento di cui ogni stato dispone. Così, le differenze in termini di capacità di spesa si traferiranno sul grado di efficienza e di competitività dei rispettivi sistemi di trasporto e di logistica nei prossimi anni.

Per tale ragione è assolutamente fondamentale prevedere un finanziamento comune europeo proseguendo l’esperienza del Next Generation EU – all’interno del quale, come noto, si colloca il nostro PNRR – che con una dotazione iniziale complessiva di 672,5 miliardi di euro (di cui 312,5 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi di prestiti) successivamente incrementata di ulteriori 20 miliardi di euro per effetto del REPowerEU, ha rappresentato una novità assoluta nel panorama dell’Unione. In tale ottica, è necessario definire quanto prima cosa succederà dopo giugno 2026, data nella quale si completerà il periodo di programmazione del PNRR, ricercando soluzioni comuni europee.

È noto, peraltro, che a causa dei vincoli temporali stringenti del PNRR, non tutte le risorse potranno essere spese nei tempi previsti. In base al Servizio Studi della Camera dei deputati, a dicembre 2024 l’ammontare delle somme erogate dalla Commissione europea all’Italia, comprensiva dei prefinanziamenti, ammontava a circa 122,2 miliardi di euro rispetto ai 194,4 miliardi di euro stanziati per l’intero periodo fino al 30 giugno 2026.

Così, già a partire dai prossimi appuntamenti del corrente mese di febbraio sull’argomento tra il Governo italiano e la Commissione europea, sarà fondamentale individuare ogni soluzione utile per indirizzare le risorse che già sappiamo non potranno essere utilizzate entro giugno 2026 verso obiettivi conseguibili, legati ai grandi driver tematici citati, includendo i settori dei trasporti rimasti finora ai margini come quello aereo e quello autostradale.

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